Il FUMO

 

 

 

   

 

 

 

 

Non è certo una novità che il fumo danneggi la salute. E nonostante l'informazione oggi possa essere varia e completa, sapere quanto faccia male il fumo sembra non essere un deterrente sufficiente.


 

 

SMETTERE di fumare: Benefici immediati


 Entro 20 minuti la pressione del sangue, il battito cardiaco e la temperatura degli arti diventano regolari.
 Già dopo due ore dall'ultima sigaretta la nicotina inizia ad essere eliminata dal corpo, tramite l'urina.
 Dopo 8-12 ore il livello di monossido di carbonio e ossigeno tornano normali.
 Dopo 24 ore il monossido di carbonio viene eliminato dal corpo.
 Dopo 2 giorni i sensi del gusto e del tatto migliorano: l'alito, le dita, i denti ed i capelli sono più puliti
 Dopo 72 ore è più facile respirare dopo il rilassamento del tubo bronchiale; aumenta la tua capacità polmonare: hai eliminato la nicotina dal tuo corpo;
 Dopo 1 settimana hai più forza, più energia ti accorgerai di avere più fiato, più voglia di fare, più tempo per te stesso, tutti i sensi, in particolare il gusto, si acuiscono. L'alito migliora, sono più puliti denti e capelli. Anche la pelle ha un colorito più roseo. Scompaiono i sintomi d'astinenza.
 Dopo 3 settimane il lavoro o le attività che si svolgono risultano più facili.
 Le donne che smettono di fumare prima della gravidanza hanno neonati del peso uguale a quelli nati da madri non fumatrici.
 Dopo un mese, l'epitelio cigliato delle vie respiratorie, distrutto dal fumo, si ricostruisce e il muco è rimosso dai bronchi. La tosse elimina sostanze dannose. Cala il rischio d'infezioni respiratorie.
 Sesso migliore. Secondo molti studi, il fumo causa impotenza. Dopo un mese senza sigarette la circolazione sanguigna migliorerà, aumentando le probabilità di avere una sana erezione. Riduci il rischio di ictus del 33%.
 Dopo 3-6 mesi 1/3 della popolazione che ha aumentato il peso ritornano al peso normale.
 Dopo 3-9 mesi: La respirazione migliora (meno tosse, più fiato). La funzione polmonare aumenta del 20/30%. La tosse cronica presente solitamente tende a sparire.
 Dopo un anno: il rischio di malattie cardiovascolari, cioè infarto o ictus, cala significativamente. Questo perché la nicotina agiva come vasocostrittore sulle arterie, restringendole.
 Dopo 5 anni il rischio di cancro al cavo orale e all'esofago RIMANE ma scende del 50%, il rischio di ictus RIMANE ma scende quasi al livello dei non fumatori.
 Dopo 10 anni: il rischio di cancro al polmone RIMANE ma scende del 40-50%.
 Dopo 15 anni il rischio di malattie cardiovascolari e tumorali scende, RIMANE, ma scende quasi a quello dei non fumatori.

 

 

Il fumo all’interno dell’organismo

"Il più importante fattore di rischio nel tumore del polmone è rappresentato dal fumo di sigaretta (tant'è che “il carcinoma del polmone era poco comune prima della diffusione dell'abitudine al fumo di tabacco” da Wikipedia - Tumore al Polmone): esiste infatti un chiaro rapporto dose-effetto, e questo vale anche per il fumo passivo, tra questa abitudine e la neoplasia. Ciò significa che più si è fumato (o più fumo si è respirato nella vita), maggiore è la probabilità di ammalarsi.
Il fumo di sigaretta contiene numerose sostanze che agiscono direttamente (cioè con lesioni immediate) o indirettamente (cioè con lente modificazioni nel corso del tempo) a livello dei bronchi. Per fare un esempio, sono cancerogeni diretti gli idrocarburi aromatici policiclici (cioè i prodotti della combustione, tra cui il ben noto benzopirene) e le nitrosamine (derivati dell'ammoniaca usati nella lavorazione delle sigarette); invece i fenoli e le aldeidi (contenuti per esempio nella carta) si sono dimostrati fattori indiretti, cioè sono in grado, col tempo, di promuovere la trasformazione delle cellule in senso tumorale.
Esistono poi altri cancerogeni chimici come l'amianto (asbesto), il radon, i metalli pesanti, il catrame e gli oli minerali, che provocano il tumore del polmone soprattutto in quella parte di popolazione che viene a contatto con queste sostanze per motivi di lavoro: si parla in questo caso di esposizione professionale.
Infine non bisogna dimenticare alcune alterazioni genetiche che predispongono a questa malattia: le più importanti sono quelle che avvengono a carico del gene p53 o del gene FHIT, che comunque sono causa di un numero molto ridotto di casi.