RAFFREDDORE

Il responsabile del comune raffreddore è un virus, ovvero un germe microscopico (rinovirus), estremamente contagioso. E' questa una malattia che si presenta dapprima con secchezza e prurito nasale accompagnato molte volte da starnuti e, non di rado, dalla sensazione di "respirare aria fredda" con il naso; subentra poi un malessere di solito generale (in alcuni casi con febbre non elevata), mal di testa, naso chiuso ma ancora "secco", stanchezza; infine inizia la fase che ogni persona identifica con il raffreddore, cioè il "naso che cola" (rinorrea). La secrezione è chiara, continua e gli occhi spesso sono arrossati con la respirazione nasale del tutto abolita. In genere la rinorrea tende a durare dai tre ai cinque giorni e la malattia è efficacemente debellata dalle difese interne proprie di ogni individuo (sistema immunitario).
Sebbene non esistano cura specifiche per il raffreddore la medicina ufficiale consiglia, soprattutto nelle prime fasi (starnuti e prurito), l'uso di acido acetilsalicilico (o farmaci da lui derivati) per diminuire lo stato infiammatorio delle mucose nasali e sconsiglia o, meglio, raccomanda di limitare l'uso di spray nasali perché danno un breve beneficio, ma possono aumentare la pressione arteriosa. Le complicazioni della malattia possono essere la sinusite, ricadute frequenti fino ad un franco raffreddore cronico, riniti allergiche (prima non presenti) in primavera e nel lattante (a causa dell'ingestione del muco nasale) per fortuna rare gastroenteriti.


 

 

MAL DI GOLA

Con il termine "mal di gola" si intende genericamente una infiammazione di tutta la gola, ma in realtà occorre distinguerne due tipi: la laringite e la faringite (o faringotonsillite).

 

Laringite

E’ una infiammazione di quel tratto della gola (laringe) dove transita l'aria che si respira e dove sono situate le corde vocali. La malattia in inverno è molto comune ed è causata dall'esposizione al freddo, dagli abusi vocali, da polveri irritanti (inquinamento), dal fumo, da raffreddori e sinusiti ripetute. I sintomi si presentano con diminuzione della voce ingravescente (disfonia), sensazione di bruciore in gola, tosse dapprima secca poi catarrale. La terapia medica in genere è a base di impacchi tiepidi, riposo con la voce, cibi freddi, farmaci balsamici e in alcuni casi
cortisonici ed antistaminici.

 

Faringite

E’ un'infiammazione che colpisce quella zona della gola subito dietro il cavo orale là dove sono situate le tonsille. Queste si distinguono in palatine, cioè quelle visibili aprendo la bocca ed in adenoidee situate superiormente alle precedenti quasi dietro le cavità nasali. Tutte le tonsille sono formate di tessuto linfatico, cioè "ripiene" di particolari cellule del sistema immunitario (i linfociti) atti a proteggere il corpo dai possibili germi presenti nell'aria respirata. Si comprende dunque quanto siano importanti questi piccoli organi nella loro funzione di "guardiani" alle porte di entrata dell'aria (naso e bocca) nel corpo umano e quanto occorre preservarle.

In genere le faringotonsilliti sono più frequenti nell'infanzia che nell'età adulta, perché con il tempo le tonsille tendono a rimpicciolirsi diminuendo così la loro "reattività" ai germi, ma non è raro che si ripresentino in quest'età proprio nel periodo invernale e soprattutto dopo indebolimenti fisici dati da influenza o raffreddori ripetuti.
I sintomi sono bruciori in gola, diminuzione dell'appetito anche per la difficoltà a deglutire, febbre di identità variabile (più alta nei bambini), collo dolente alla palpazione per ingrossamento delle ghiandole sottocutanee.
La terapia di solito è effettuata con antibiotici.

 

Bronchite

Carenza di umidificazione degli ambienti, diminuzione delle difese immunitarie (anche per tonsillectomia), influenze ripetute o trascurate, fumo, inquinamento, irritazioni da gas tossici, per esempio l'ammoniaca, sono le possibili cause della diminuzione delle difese naturali che possiede l'albero bronchiale nei confronti di virus e batteri. Questi, passata la gola, possono annidarsi nel tessuto dei bronchi (cioè i canali dove passa l'aria prima di arrivare ai polmoni) e provocare la bronchite acuta.
La malattia è caratterizzata soprattutto dalla tosse, che può essere scuotente, catarrosa, "cavernosa", con dolore retrosternale, dà luogo a febbre (anche non elevata) e alla sensazione di respirare poco e male.
La terapia si attua con antibiotici, con accurata umidificazione dell'ambiente, con farmaci espettoranti, riposo, dieta liquida (l'acqua a livello polmonare favorisce l'espettorazione).
La tosse possibilmente non va sedata perché è il meccanismo con cui i bronchi cercano di "buttare fuori" il muco infetto.

 

 

INFLUENZA

L'influenza ricompare puntualmente ogni anno nonostante le vaccinazioni.
A differenza di tutti gli altri virus, quello dell'influenza, infatti, è capace di modificarsi periodicamente eludendo così le difese immunitarie (cioè gli anticorpi che si sono formati nell'organismo durante precedenti contagi o in seguito a vaccinazione).
Il contagio avviene attraverso goccioline di saliva emesse con la tosse, gli starnuti o semplicemente parlando. Essere "contagiati" però non significa necessariamente sviluppare in seguito la malattia perché, nonostante il virus sia molto forte, il corpo umano spesso riesce a debellarla senza che si siano presentati i sintomi.
L'influenza si manifesta soprattutto quando c'è una debilitazione sia fisica sia psichica tale per cui il sistema immunitario si indebolisce e non può arrestare con efficacia la crescita del virus all'interno dell'organismo.
Allora, dopo un'incubazione variabile da uno a tre giorni, inizia bruscamente la febbre (38-39 gradi) con mal di testa, brividi, inappetenza, stitichezza o talvolta nei bambini diarrea, dolori addominali e muscolari diffusi con la sensazione di "corpo bastonato", insonnia, stanchezza.
La fase descritta di solito dura due o tre giorni; poi possono comparire tosse, raffreddore, dolore sternale, mal di gola e nel complesso la malattia dura circa una settimana per regredire infine talora spontaneamente, senza alcun aiuto farmacologico.

Occorre precisare che gli antibiotici sono del tutto inutili contro l'influenza perché inattivi contro i virus, mentre sono di discreta utilità l'acido acetilsalicilico e i suoi derivati. La cura migliore è soprattutto il riposo per dare al corpo la possibilità di concentrare le proprie energie nella lotta contro il virus.
La dieta dovrà essere leggera, prevalentemente liquida e ricca di vitamine naturali.

Il vaccino è indicato nelle persone considerate "a rischio", cioè negli individui particolarmente deboli, per esempio i bambini e gli anziani, che potrebbero sviluppare polmoniti o broncopolmoniti. La prima dose di vaccino si assume a ottobre ripetendola dopo quattro oppure otto settimane, dà una protezione del 60-70 % e va ripetuta ogni anno proprio per la variabilità del virus influenzale.