Storia

Un Arredo ligneo ultracentenario



Progettata nel 1854 da Gaetano Bertolani, abile decoratore, con scaffalature e arredi lignei in stile neogotico. La farmacia fu aperta da Elio Bertoni, genero del Bertolani, al n°8 di Corso Saffi a Faenza, come risulta dalla licenza tuttora conservata nel negozio, e non cambiò mai sede.
Nel 1909 subentrò nella proprietà il Dottor Federico Zanotti che commissionò il rinnovamento dell’edificio all’ingegnere faentino Vincenzo Ferniani che, unendo due case contigua, disegnò un’unica facciata del palazzo in austero stile liberty.

Fu applicata una targa-insegna in ceramica sulla fascia sopra la porta d’accesso principale recante la dicitura FARMACIA ZANOTTI, affiancata dal simbolo di Aesculapio, eseguita dalla ditta “Fratelli Minardi”, una delle botteghe ceramiche più famose di Faenza, tuttora in loco e sottoposta a vincolo dalla Sopraintendenza delle Belle Arti.

L’opera dei ceramisti proseguì con la creazione di due stupendi grandi vasi da farmacia riportanti le iniziali “F Z” che arredano ancora oggi il negozio.

Rispondendo ai dettami dello stile Liberty, le aperture del negozio furono arricchite con lunette in ferro battuto, opera datata e firmata, dall’artigiano Serafino Pasi, mentre l’interno del locale venne abbellito con una fascia affrescata dal noto artista Giovanni Guerrini, che corre sulle quattro pareti tra la scaffalatura e il soffitto. Al centro di ciascuna parete è riportato un motto latino.

Nel 1909 il Dottor Federico Zanotti iniziò la propria attività di farmacista, completando l’arredo del negozio con varie opere e dando maggior rilievo ad un locale che, in quell’epoca non era certo soltanto un semplice negozio di vendita di medicinali, ma anche centro di protezione sanitaria e cura per gli uomini e valido sostegno e aiuto per le attività della campagna, allora fondamentale per l’economia.

L’ambiente, a pianta rettangolare, foderato su tre lati da una scaffalatura in legno di noce, presenta nel quarto la porta dì ingresso e una vetrina, tra cui è situato un divano ligneo sovrastato da una pendola.

Sul lato opposto all’ingresso, dietro il banco vendita, si apre una porta a vetri incisi con il simbolo di Esculapio, che mette in comunicazione il negozio con il retrobottega.

L’arredo presenta una struttura modulare: una parte inferiore, chiusa con anta a specchio, una parte mediana, con anta a vetro, collegata ad essa con uno stretto piano d’appoggio, una parte superiore prettamente decorativa. Ciascun modulo è diviso dall’alto, verticalmente, da una colonnina, prima liscia e poi scanalata, che regge un capitello.

La parte superiore decorativa riporta, entro un arco gotizzante, un dipinto a tempera monocromo in campo azzurro. Si alternano cammei con profili all’antica, attorniati da una leggiadra corona d’alloro a coppie di divinità marine. Tutto ciò indica motivi ampiamente sperimentati dal Bertolani al tempo della sua collaborazione con il Giani.

Pur non sapendo con esattezza il nome della bottega di ebanisti che realizzò concretamente l’arredo della farmacia, esso testimonia le elevate capacità artigianali della Faenza dell’epoca.

Spentasi la stagione neoclassica nei primi due decenni dell’ottocento a Faenza le arti decorative vivono comunque grazie all’organizzazione di numerose botteghe artigiane che realizzano comunque opere molto raffinate e di grande qualità. Questa tradizione artigianale di alto livello ebbe poi nuova fioritura con l’avvento dello stile Liberty, in seguito all’esposizione Torricelliana del 1908, come dimostrano il restauro e l’ampliamento della farmacia, voluto dal nuovo proprietario dottor Federico Zanotti.