Cambio di stagione e stanchezza

 

Non esiste una ben chiara "sindrome astenica" riconosciuta, cioè un insieme di sintomi e segni per cui si possa inquadrare la stanchezza come una vera e propria malattia. L’astenia infatti è un sintomo, talvolta unico e debilitante, che si presenta o come segnale di allarme di alcune malattie, oppure a sé stante, senza riferimento a una chiara causa organica.

 

  Prima causa: la pressione

Chi soffre di pressione bassa sa bene quanto sia debilitante questo "stato" accompagnato dalla pressoché continua sensazione di non avere energia sufficiente per affrontare la vita quotidiana.
I sintomi della pressione bassa sono: stanchezza cronica, soprattutto fisica, con sensazioni di inefficienza corporea accompagnata talvolta da tachicardia, ronzii alle orecchie, vertigini occasionali, sonnolenza soprattutto dopo i pasti, debolezza muscolare, mal di testa.
La terapia della stanchezza provocata dalla pressione bassa, nella medicina ufficiale si basa su alcuni farmaci capaci di alzare la pressione ma che vanno utilizzati per brevi periodi perché possono causare spiacevoli effetti collaterali.

 

  Se la colpa è lo "stress"

Lo stress è una reazione fisiologica legata all’ambiente in cui vive l’uomo e che è prodotta da una gamma estremamente ampia di stimoli denominati stressori (e cioè gli agenti stressanti).
Non è una vera e propria condizione di malattia, bensì una reazione normale del corpo, con l’utile fine di mantenersi in equilibrio nonostante le variazioni ambientali. Questa reazione può tuttavia divenire nociva se gli stressori agiscono con particolare intensità e per periodi di tempo sufficientemente lunghi tanto da dare nel corpo umano le seguenti fasi (successive tra loro):
• la fase di allarme, nella aumenta una disponibilità energetica circolante nel sangue pronta all’utilizzo (per esempio composti energetici come il colesterolo, gli zuccheri);
• la fase di resistenza, nella quale l’organismo umano si organizza in uno stato di perenne difesa, cioè l’energia viene continuamente prodotta senza essere adeguatamente utilizzata
• la fase di esaurimento, in cui si verifica il "crollo" delle difese e dunque l’incapacità del corpo di adattarsi agli stimoli. Questa è l’ultima fase che può portare anche in breve tempo al cosiddetto "stato patologico da stress" che si manifesta attraverso stanchezza generalizzata.
La risposta che la medicina tradizionale dà a questa reazione negativa di non adattamento va dal bonario e generico "ha bisogno di riposo" a periodiche "cure ricostituenti" oppure a farmaci "psicotropi" (ansiolitici, antidepressivi) prescritti spesso da specialisti in neurologia e psichiatria.

 

  Problemi psicologici

La sindrome ansiosa, è spesso caratterizzata da momenti di grande stanchezza. E’ questo un disagio psicologico caratterizzato dall’angoscia spesso accompagnato da diversi sintomi, con differenti livelli di intensità e distinta in attacchi di panico, o ansia acuta, e in ansia generalizzata.
Quest’ultima è uno stato di tensione diffusa e persistente, caratterizzata da un malessere generale i cui sintomi sono: importante sensazione di stanchezza con facile affaticabilità alternata al contrario da tensione motoria con tremori e incapacità di rilassarsi; stanchezza mentale con "testa vuota" o "leggera",
La cura di questo tipo di stanchezza, per la medicina tradizionale, è quella mirata a correggere lo stato ansioso con ansiolitici, cioè farmaci antiansia, insieme con "tonici" neuromuscolari e con farmaci che migliorano la circolazione sanguigna cerebrale.

 

  Intolleranze" di vario tipo

Contrariamente ai fenomeni di tipo allergico (notoriamente immediati con sintomi anche violenti e di relativa facile diagnosi) le reazioni di "intolleranza" sono più sfumate e con sintomi non subito chiaramente riferibili a una causa precisa. L’intolleranza infatti è una reazione morbosa lenta dell’organismo a sostanze "volatili" (aeree) respirate, a materiali in contatto con la cute, a componenti degli alimenti normalmente bene accetti dal corpo umano.
Non è ancora ben chiaro quale sia il meccanismo causale delle intolleranze.
Tuttavia l’abuso di farmaci come gli antibiotici, virus o batteri agenti sull’intestino, privilegio eccessivo nell’alimentazione di alcuni cibi rispetto ad altri, strapazzi fisici continui, "aderenze" cicatriziali intestinali post - operatorie, stress psicofisici cronici, scarsa assunzione di acqua, ritmi sonno - veglia o alimentari disequilibrati, stati cronici di agitazione mentale possono tutti provocare una modificazione sia del sistema immunitario (cutaneo, respiratorio, intestinale) sia dei meccanismi fisiologici di depurazione, di detossificazione e di ottimale utilizzo metabolico delle sostanze utili al corpo. Accade allora che nell’organismo si accumulino via via "tossine" parallelamente a un rallentamento dei processi metabolici insieme con quelli deputati all’eliminazione dei prodotti cosiddetti di "scarto".
Uno dei principali sintomi delle intolleranze, soprattutto di quelle alimentari, è proprio la stanchezza, dapprima "vaga" quindi sempre più marcata e associata via via a bocca amara o "impastata", ventre spesso gonfio, lieve o marcata sensazione di mente confusa, irritabilità, dolori muscolari, mal di testa, a volte agitazione psichica simile a quella della sindrome ansiosa, vertigini, coliti o stitichezza, tachicardia, brividi senza febbre o "vampate" con rossori cutanei al petto e al volto, talvolta digestione lunga e laboriosa anche dopo piccoli pasti.

 

  Glicemia bassa

Si definisce ipoglicemia una diminuzione nel sangue del livello di glucosio.
Il giusto mantenimento di un livello costante e adeguato di zucchero nel sangue (glicemia) è una delle più importanti funzioni della biochimica del corpo umano: il cervello necessita di zucchero per poter pensare in modo chiaro; i muscoli richiedono glucosio per potersi contrarre e funzionare in modo armonico. Alla vista occorre questa sostanza per adattarsi a varie sfumature di luce.
I sintomi saranno: stanchezza marcata costante, vertigini, insonnia, sudori freddi, tutti accompagnati da sensazioni di benessere dopo aver mangiato dolci, caffè e alcol, ma con successivo peggioramento.
Frequenti sono sintomi come confusione mentale, perdita di memoria, difficoltà di concentrarsi, irritabilità, dolori articolari e muscolari, mal di testa.
La terapia è necessariamente dietetica, con l’ovvia eliminazione dei carboidrati raffinati però con l’aumento di pesce, cereali integrali, verdure, insieme con integratori vitaminici e minerali.

 

  Stanchezza da farmaci

Tante volte la stanchezza può essere provocata da farmaci, soprattutto quando si abusi di questi senza un costante controllo medico E’ il caso, per esempio, di tranquillanti e sonniferi, farmaci molto potenti a livello cerebrale, a volte assunti per troppo tempo e in dosi eccessive, che causano stanchezza associata a confusione mentale e sonnolenza.
Altri farmaci che producono stanchezza connotata da facile affaticabilità fisica, svenimenti, vertigini, sono i lassativi e i diuretici che, con i loro meccanismi d’azione, permettono al corpo di eliminare forti quantità di sodio e potassio (elementi essenziali per il "tono" dei vasi sanguigni, del sistema nervoso, dei muscoli).

 


Le regole d’oro per essere sempre in piena forma

 

CHE COSA SI’ E CHE COSA NO
• rispettare orari di lavoro ragionevoli e concedersi più volte, nell’arco della giornata, brevi pause per "staccare" con la

  mente e con il corpo;
• evitare l’inattività, perché paradossalmente essa provoca stanchezza, mentre è molto utile praticare sport;
• coricarsi e svegliarsi sempre alla stessa ora, senza variare gli orari durante la settimana;
• il pasto serale sia leggero, per consentire un buon riposo evitando di bere alcolici soprattutto dopo cena;
• tè, caffè, fumo, cioccolata contengono sostanze "eccitanti" ma controproducenti perché il loro effetto è di breve

  durata e non cura la stanchezza;
• isolarsi davanti alla TV non aiuta a svuotare la mente dai pensieri e dalle preoccupazioni; meglio uscire con gli amici,

  comunicare con i propri familiari, giocare con i figli;
• "hobby" gratificanti e momenti di autentica libertà aiutano a evitare la stanchezza;
• agire di fretta affatica: meglio risolvere i problemi uno alla volta;
• fare con piacere, non per dovere, quel che si fa. Anche nella vita di coppia concedetevi autentici momenti affettivi e

  non accettate come forzature i "doveri coniugali": la "stanchezza sessuale" potrebbe essere dietro l’angolo;
• a tavola aumentate il consumo di cereali integrali, vegetali a foglia verde, limoni, noci, miele.